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IN LIBRERIA - IL LAICO IMPERTINENTE - Michele Martelli - Manifestolibri

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"Senza la laicità, la democrazia è una scatola vuota"

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martedì 24 novembre 2009

L’ultima guerra di religione. Perchè è ineccepibile la sentenza che vieta il crocifisso

di Michele Martelli da Micromega
La sentenza della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo, che ha detto no all’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche, accogliendo il ricorso dei coniugi padovani Massimo Albertin e Soile Lautsi, è stata con accenti diversi respinta dal centrodestra e dal centrosinistra: uno scudo crociato bipartisan a difesa del crocifisso. Sorvoliamo sugli insulti beceri contro la sentenza e i 7 giudici della Corte (Alemanno: “sentenza folle”; La Russa: “devono morire”; Bossi: “una stronzata”, e così via, cristianamente straparlando). Cerchiamo di individuarne ed esaminarne la linea argomentativa comune. Che potrebbe essere la seguente: 1) la sentenza è giuridicamente infondata; 2) anche se così fosse, sarebbe politicamente irricevibile; 3) anche se così fosse, sarebbe culturalmente inaccettabile.Il primo punto non regge. La Corte di Strasburgo (1959) non è formalmente un’istituzione dell’Unione Europea (UE), che è nata col Trattato di Mastricht (1993), ma le sue sentenze sono ritenute esecutive dall’UE. Quindi l’UE riconosce piena legittimità giuridica alla Corte di Strasburgo. D’altronde, i 7 giudici hanno motivato la sentenza in base all’art. 9, «Libertà di pensiero, di coscienza e di religione», della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (1950) e l’art 2, “Diritto all’istruzione”, del suo Primo Protocollo addizionale (1952), che escludono che libertà, istruzione e pluralismo possano essere messi sotto l’asfissiante cappa di piombo di qualche religione o ideologia. Inoltre, i due citati articoli 9 e 2 sono riprodotti parola per parola nella “Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea” del 2000 (rispettivamente all’art. 10 e 14, c. 3). E non a caso il Trattato di Mastricht aveva inglobato il diritto comunitario precedente. Ergo, la sentenza dei 7 giudici è giuridicamente fondata. Può essere discussa, ma con argomenti giuridici, non con falsificazioni di parte.Ma regge il secondo punto? Secondo i critici la sentenza di Strasburgo sarebbe affetta da laicismo, da pregiudizio antireligioso, per cui, si dice, “laicità sì, laicismo no” (Fini, Berlusconi, Bertoni, CEI, “Avvenire” e compagnia cantando). Politicamente, dalla fine del Medioevo ad oggi (Marsilio da Padova, Ockham, Grozio, Locke e moderne rivoluzioni liberali), laicità significa separazione tra Stato e Chiesa. La sfera pubblica, statale, è aconfessionale e areligiosa, perché appartiene a tutti i cittadini, nessuno escluso; non è proprietà, appannaggio o privilegio di una o più chiese, una o più ideologie di parte. Lo Stato non sarebbe (più) laico, se le sue istituzioni (e la scuola pubblica è un’istituzione statale) fossero conquistate, occupate da dottrine, gruppi e simboli di parte, la “parte” fosse anche la maggioranza. Altrimenti, se in una scuola ci fosse una maggioranza islamica o buddhista, che bisognerebbe fare? Staccare il crocifisso e appendere il Corano o un’immagine di Buddha? Ma allora perché Cei e Vaticano si oppongono alla richiesta di inserire l’ora di religione coranica nelle scuole italiane frequentate da bambini di famiglia islamica? In qualsiasi caso, i diritti delle minoranze sono violati. Anche nel caso del crocifisso in aula e dell’ora di religione cattolica. Ergo, essendo conforme alla laicità dello Stato, la sentenza dei 7 giudici è politicamente (democraticamente) ineccepibile.Rimane l’ultimo punto. La sentenza è culturalmente inaccettabile? Gli ateo devoti dicono che “siamo tutti cristiani”; Vaticano e Cei, che il crocifisso è simbolo universale, valido per credenti e non credenti; tutti i tromboni (filo)clericali, che chi è contro il crocifisso è contro le “radici cristiane” dell’Europa. Ebbene, che non siamo tutti cristiani, e nemmeno tutti cattolici allo stesso modo, è un’ovvietà, che sfugge solo al fanatico religioso. Inoltre, che il simbolo del crocifisso, per la sua plurisignificanza, può appartenere anche ai non credenti, è ammissibile, ma a condizione di deprivarlo della sua valenza religiosa (Logos incarnato, Cristo redentore, ecc.): quale papa o cardinale è disposto a questo passo? Infine, l’Europa odierna ha radici non cristiane, ma laiche; la laicità si è affermata per porre fine alle guerre di religione tra cristiani, e contro il potere temporale della Chiesa romana, che tuttora vorrebbe sovrapporre il suo supermarchio di legittimità sugli Stati e l’Unione Europea; non a caso la laicità è stata conquistata distruggendo la vecchia Christianitas teocratica, papal-medioevale e le sue lunghe e oscure propaggini. In conclusione, la sentenza di Strasburgo pare ineccepibile sia giuridicamente, sia politicamente, sia sotto il riguardo storico-culturale.Con buona pace del clero. E di chi al clero si inginocchia per una mangiata di voti.
Sia di destra o di sinistra.
Michele Martelli

«Ma perchè il Vangelo non dice mai se

Cristo ridesse?», chiesi senza una buona

ragione.

«Sono state legioni a domandarsi se Cristo

abbia riso. Credo che non abbia mai riso

perchè, onniscente come doveva essere il

figlio di Dio, sapeva cosa avremmo fatto

noi cristiani...»


Umberto Eco


Michele Martelli
Michele Martelli
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